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Sviluppo urbano: La sfida del futuro

La ricerca stima una crescita della popolazione mondiale di altri 10 milioni di abitanti nei prossimi 10 anni. L’incremento della domanda di spazi abitativi, sopratutto nelle città capitali, creerà una competizione tra le stesse fra chi sarà in grado di proporre le migliori soluzioni capaci di mettere in armonia due aspetti fondamentali: l’offerta di lavoro e le condizioni di vita dignitose. Le città capaci di progammare uno sviluppo urbanistico “ragionato” nei prossimi anni godranno una grande attrattiva e risulteranno vincenti da questa sfida.

Le nuove città del futuro saranno il frutto di uno sviluppo sinergico di vari aspetti: edifici abitativi, edifici pubblici, aree comuni, parchi, luoghi di interesse sociale e culturale con reti di trasporto capillari e silenziose atte ad eliminare gli attuali e già obsoleti mezzi di trasporto. La crescita sostenibile sia in termini di materiali utilizzati per le infrastrutture che la presenza di verde permetterà di mantenere nei centri abitati degli ecosistemi in equilibrio con le attività umane portando notevoli e comprovati benefici alla qualità della vita. Il riutilizzo di spazi preesistenti, la loro riqualifica e conseguente ristrutturazione saranno un nodo cruciale dello sviluppo delle città di domani. L’aumento demografico di una città porta non solo ad un incremento della forza lavoro, del benessere e dell’innovazione ma anche ad un aumento degli aspetti negativi che una comunità concentrata porta con se; un’urbanizzazione “selvaggia” porterà anche ad un aumento delle problematiche di carattere ecologico e socioeconomico. Uno sviluppo delle tecniche di costruzione e di progettazione degli edifici considerando questi diversi aspetti derivanti dall’aumento della densità di abitanti come l’isolamento acustico, la sicurezza antincendio saranno d’obbligo per il futuro

I progettisti e gli architetti urbanisti hanno ed avranno la responsabilità di ideare uno sviluppo sostenibile di queste aree densamente popolate (spesso senza piani regolatori dedicati), e di sviluppare nuove tipologie di città meno compatte ma più distribuite riqualificando le periferie e le relative strutture spesso lasciate in disuso.